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Le Assaggiatrici: Un'Opportunità Mancata nel Raccontare Un Dramma Storico

"Le Assaggiatrici", il recente film diretto da Silvio Soldini e ispirato all'omonimo romanzo di Rosella Postorino, si propone di narrare la storia di Rosa, una giovane donna costretta, insieme ad altre, ad assaggiare i pasti destinati a Hitler per verificarne l'assenza di veleni. Nonostante la premessa intrigante e il contesto storico carico di tensione, il film non riesce a trasmettere l'intensità emotiva che ci si aspetterebbe da una tale vicenda.


Una delle principali criticità risiede nella superficialità con cui vengono tratteggiati i personaggi. Rosa, interpretata da Elisa Schlott, appare priva di quella profondità necessaria per coinvolgere lo spettatore nelle sue paure e nei suoi conflitti interiori. Le dinamiche tra le assaggiatrici, che dovrebbero rappresentare un microcosmo di solidarietà e tensione, risultano abbozzate e prive di autentico pathos.


Dal punto di vista tecnico, il film presenta diverse lacune. Numerosi sono gli errori nei raccordi di sguardo, che interrompono la continuità visiva e distraggono lo spettatore. Anche la regola dei 180 gradi viene spesso violata, causando confusione nell'orientamento spaziale delle scene e minando la fluidità della narrazione.


Inoltre, la regia di Soldini, sebbene rigorosa, appare talvolta eccessivamente fredda e distaccata, non riuscendo a immergere lo spettatore nell'angoscia e nella tensione vissute dalle protagoniste. Questo approccio stilistico, unito a una sceneggiatura che fatica a decollare, rende il ritmo del film lento e privo di momenti realmente coinvolgenti.


Il film avrebbe potuto approfondire con maggiore incisività il condizionamento ideologico subito dalle assaggiatrici, che, in quanto tedesche, erano cresciute sotto l'influenza della propaganda nazista. Un aspetto particolarmente interessante, ma solo sfiorato nella narrazione, è la percezione del loro ruolo: una di loro considera l'assaggiare il cibo di Hitler come un privilegio e un gesto di devozione. Questo elemento, se meglio sviluppato, avrebbe potuto aggiungere complessità alla caratterizzazione dei personaggi e rendere il racconto più stratificato.


In definitiva, "Le Assaggiatrici" spreca un'opportunità narrativa di grande valore. Le mancanze nella costruzione dei personaggi, gli errori tecnici e una regia eccessivamente distaccata compromettono l'efficacia del film, privandolo della carica emotiva che una storia di tale portata avrebbe meritato.


L'opera lascia nello spettatore un senso di insoddisfazione, poiché la materia narrativa è senza dubbio interessante, ma il problema risiede nella sceneggiatura e nella regia, che non riescono a valorizzarla adeguatamente. Pertanto, non ci sentiamo di consigliare il film, mentre il romanzo di Rosella Postorino rimane un'opzione decisamente più valida per chi desidera approfondire questa vicenda storica.

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